mercoledì 29 ottobre 2008

APPELLO PER UNA MANIFESTAZIONE NAZIONALE UNITARIA DI TUTTO IL POPOLO DELLA SCUOLA PUBBLICA:

LA VIA CRUCIS DEGLI ATA EX ENTI LOCALI

insegnanti, ata, studenti, genitori costruiamo assieme una giornata di mobilitazione nazionale a Roma per dire no alle politiche scolastiche del trio Gelmini-Tremonti-Brunetta e per difendere la scuola pubblica

L’anno scolastico 2008-2009 si è aperto sotto l’infausto segno dei catastrofici provvedimenti del governo Berlusconi, dei suoi ministri della scuola, dell’economia e della pubblica amministrazione che gareggiano per raccogliere tutto il peggio delle politiche scolastiche dei precedenti ministri Berlinguer, Moratti e Fioroni e assestare il colpo definitivo alla scuola pubblica, disgregandola, impoverendola e ridicolizzandola all’inverosimile.

L’unico obiettivo del governo (e anche della finta opposizione, che, quando ha governato, ha favorito non poco questa terrificante deriva) è il risparmio e la distruzione della scuola pubblica a tutto vantaggio di quella privata.

Mentre l’intero sistema finanziario e liberista è al tracollo, immiserendo ulteriormente milioni di italiani/e, il messaggio che si invia al popolo è: non ci sono soldi, bisogna tagliare la scuola pubblica, la sanità pubblica, le pensioni, lo stato sociale.

E' cosi arduo, invece, chiedere di abolire gli oltre 750 milioni di euro destinati alle scuole paritarie e tutti gli altri investimenti per le spese militari?

E' così arduo dire che prima di mettere in liquidazione migliaia di insegnanti, si sarebbe potuto fare cassa abolendo le province, riducendo gli stipendi ai parlamentari, elevando la tassazione sulle rendite finanziarie, aumentando la tassazione sulla pubblicità, eccetera , eccetera?

In questo mese e mezzo moltissime sono state le iniziative di lotta per fermare i decreti di Gelmini e Brunetta, culminate con lo straordinario corteo (e sciopero) del 17 Ottobre a Roma dove 500 mila docenti, Ata, studenti, genitori sono scesi in piazza perché hanno trovato intollerabile che dopo decenni di liberismo trionfante, si ammette che lo stato i soldi li ha ma che li vorrebbe investire tutti a difendere e finanziare banche e banchieri fraudolenti e pirateschi. Visto che i soldi ci sono investiamoli per aumenti salariali, per vere pensioni, per eliminare la piaga del precariato, per dare posti stabili, per investire nella Scuola e nella Sanità pubblica.

Oggi, 30 Ottobre, è un’altra importante giornata di mobilitazione che, assieme a quella del 17, dice chiaramente che il popolo della scuola è, nel suo complesso, contrario alle leggi berlusconiane.


Questo movimento di lotta in difesa della scuola pubblica che oltre ai sacrosanti NO, presenta anche una valanga di SI (rispondendo così anche alle faziose dichiarazioni fatte dal capo dello stato Napolitano dopo la manifestazione del 17).

• SI a massicci investimenti nella scuola pubblica,

• SI alla massima accoglienza di migranti e portatori d'handicap attraverso il potenziamento delle elementari e delle materne,

• SI a significativi aumenti salariali che portino al più presto docenti ed ATA a stipendi europei,

• SI all'assunzione dei precari, spremuti in questi anni come limoni, sottopagati e privati dei più elementari diritti di lavoratori,

• SI ad una scuola dell'accoglienza, che non discrimini, non separi, non minacci, non pensi di risolvere i problemi della didattica a colpi di 5 in condotta e grembiulini.

Però oggi é altrettanto necessario, anche all’interno del movimento,fare chiarezza:

Non è possibile accettare le posizioni di chi non solo condivide tutta la linea "di serietà" gelminiana, ma propone anche il maestro prevalente, le supplenze ammazza-precari (Snals); di chi è disposto a trattare sui tagli, cioè "tagli umanitari e concordati" ( Garavaglia , ministro ombra del PD "volevamo tagliare per 6 ml, loro sono arrivati a 8 e sopratutto non hanno voluto discutere con noi"); di chi annuncia il ritiro dello sciopero (del 30) in cambio di un invito berlusconiano a discutere come articolare i tagli (insomma, il modello Alitalia) e che afferma che si è stufato di perdere tempo con la scuola e vorrebbe "occuparsi di cose più importanti" (Bonanni); di chi non solo conferma la possibilità di revoca dello sciopero ma approva anche il modello-scuola di Gelmini, nonché forme di maestro prevalente e di rimodulazione dei tagli (Angeletti); di chi difende l’autonomia scolastica, la legge che oggi permette alla Aprea di fare il salto di qualità: le scuole come fondazioni private dirette da Consigli di amministrazione aziendale. Lo abbiamo denunciato e continueremo a farlo, l’autonomia scolastica ha aperto la strada alla privatizzazione della scuola e questi ultimi provvedimenti governativi stanno solo “chiudendo il cerchio”.

Chiunque si muova contro i tagli deve rendersi conto che l'obiettivo del movimento non può che essere l'abrogazione della legge 133 - dal quale è derivato il piano programmatico e deriveranno tutti i decreti e regolamenti che disciplineranno tali tagli - e l’abrogazione della legge Gelmini, che immiserirebbe un insegnamento che ha reso la scuola elementare italiana apprezzatissima nel mondo, tramite la pluralità docente che ha approfondito la conoscenza disciplinare e lo spirito di collaborazione.

Auspichiamo, quindi, che dopo lo sciopero generale e la manifestazione del 17 Ottobre a Roma e dopo questa ulteriore giornata di lotta nazionale del 30 Ottobre, si voglia UNITARIAMENTE costruire una grandissima manifestazione nazionale con una semplice ma chiara piattaforma:

• Abrogazione della legge 133 e della legge Gelmini

• Ritiro del disegno di legge Aprea

• No alla trattativa col governo Berlusconi per limitare il danno dei tagli

• Si a massicci investimenti nella scuola pubblica

• SI all'assunzione dei precari su tutti i posti disponibili