Che le lotte di questi mesi abbiano avuto un forte impatto sulla società e sulla politica scolastica di Tremonti-Gelmini è dimostrato dai toni e dalle forme del Piano Gelmini, così come è stato presentato ieri.
Se guardiamo al senso generale del Piano per ciò che riguarda il primo ciclo non è certo il caso di entusiasmarsi. La ministra fotografa infatti così la nuova articolazione del suo progetto in materia:
"Non c'è alcuna marcia indietro. Non abbiamo cambiato idea sul maestro unico. Deve essere chiaro che il modello dei tre maestri su due classi non esiste più. Se le famiglie sceglieranno l'orario a 24 ore la classe avrà il maestro unico, se opteranno per l'orario più lungo esso sarà affiancato da altri maestri".
In quest'ultimo caso, aggiungiamo noi, si affermerà la maestra prevalente e cioè una simil-maestra unica affiancata da insegnanti di inglese o religione del tutto "marginali" nella conduzione della classe; mentre comunque spariranno i moduli e la "pari dignità" tra il gruppo docente delle tre maestre su due classi, insomma il modello didattito collaborativo e collegiale.
Sul piano generale finanziario e dei tagli complessivi il Piano presentato ieri prevede il varo di "misure compensative idonee a garantire i complessivi obiettivi di riduzione di 132 mila posti d lavoro", cioè il rispetto di quella "clausola di salvaguardia" dei tagli voluta da Brunetta-Tremonti per blindare l'ennesimo pesante taglio nella spesa per l'istruzione pubblica.
Tuttavia, sarebbe sbagliato sottovalutare come a tutto ciò si stia accompagnando non solo un significativo rallentamento dell'intero progetto distruttivo anti-scuola ma anche un'operazione di "maquillage" obbligato del Piano, che dimostra quanto abbia inciso il poderoso movimento del popolo della scuola pubblica e come il governo sia stato costretto a recepire l'impopolarità della propria impostazione di politica scolastica.
I tagli alle superiori, e segnatamente negli istituti tecnici, vengono rinviati di un anno almeno, così come l'aumento del numero massimo di alunni per classe e il ridimensionamento degli istituti. Resta il tempo prolungato alle medie inferiori e non c'è la riduzione per il sostegno all'handicap: e, più in generale, l'intero linguaggio relativo al tempo pieno e alla maestra unica viene riformulato e abbellito.
Dunque, gran parte dello scontro resta aperto, si dimostra che la lotta comunque paga, sopratutto se investe contemporaneamente l'intero ciclo scolastico, dalla materna all'Università
Cobas Scuola