venerdì 28 marzo 2008

2 Aprile 2008: in 25 piazze italiane terzo Cobas day per la democrazia



L’art. 39 della Costituzione garantisce la libertà sindacale, ma tale principio è rispettato se per svolgere l’ordinaria attività sindacale e anche in occasione delle elezioni per le RSU solo i sindacati “rappresentativi” o firmatari di contratto possono indire assemblee in orario di lavoro? Vi è par condicio se alcuni hanno diritto di parola e altri no? Ciò significa che i lavoratori non hanno un’ effettiva libertà di scelta sull’uso delle 10 ore di assemblea che costituisce un loro diritto individuale. Non solo, ma neanche un gruppo di lavoratori può , mediante raccolta di firme, indire autonomamente un’assemblea!

E’ democratico un sistema che prevede che i sindacati confederali abbiano diritto al 33% delle RSU nel settore privato, con il restante 67% in palio tra tutti, con una sorta di inversione del meccanismo delle quote: non per tutelare i più deboli, ma per discriminarli? In ogni caso, i sindacati confederali hanno comunque accesso alla trattativa decentrata, anche nel settore pubblico, anche se non hanno iscritti o RSU. Anche l’accesso alla trattativa nazionale è riservata ai sindacati rappresentativi e/o firmatari di contratto, secondo il principio per cui chi dissente non ha diritto di parola! Ancora: nel settore privato l’iscrizione, tramite trattenuta in busta paga, è garantita solo ai sindacati confederali. Infine, la rappresentatività nazionale viene calcolata non

con un voto su liste nazionali, ma solo con le votazioni in ogni singola impresa,

ufficio pubblico o scuola, per cui se, per es., in una scuola non si trovano persone disponibili a impegnarsi gratuitamente nelle Rsu, un lavoratore non può votare per il proprio sindacato. E’ come se le elezioni parlamentari avvenissero sulla base dei voti ottenuti per le circoscrizioni comunali!

E’ evidente che con queste regole nessun sindacato di base riuscirà mai a raggiungere le soglie di rappresentatività. Si tratta, al contrario, di un meccanismo che garantisce il perpetuarsi del potere di una vera e propria casta sindacale. Se anche una sola di queste regole fosse applicata alle elezioni politiche si griderebbe alla violazione della democrazia, non solo sul piano sostanziale, ma anche sul piano formale!

I Cobas subiscono questa discriminazione da quasi un decennio e da sempre si battono perché termini anche con lunghi scioperi della fame. Le nostre iniziative di lotta e di protesta, che si svolgono periodicamente nei luoghi di lavoro e davanti alle sedi del governo, dei principali partiti e di organi di informazione, mirano a restituire ai lavoratori/trici quei diritti sindacali e democratici che sono riservati all’ oligarchia dei sindacati concertativi. La rivendicazione fondamentale è la restituzione del diritto di assemblea in orario di servizio per tutti i sindacati e gruppi di lavoratori/trici. In generale, per una vera democrazia sindacale dovrebbero essere rispettati almeno i

seguenti criteri:

1) la rappresentanza nazionale di categoria va stabilità mediante elezioni su liste nazionali, che consentano ad ognuno di votare per il sindacato che preferisce;

2) non raggiungere la rappresentatività in un’elezione non deve impedire di riprovarci alla successiva, conservando i diritti di assemblea e propaganda nei luoghi di lavoro; 3) nelle elezioni delle RSU non ci devono essere quote garantite a nessuno;

4) alle elezioni a qualsiasi livello devono potere partecipare anche i precari in servizio; 5) i dipendenti nei luoghi di lavoro privato e i pensionati devono potersi iscrivere, mediante trattenuta in bustapaga, a qualsiasi sindacato;

6) ogni accordo, a carattere locale o nazionale, va sottoposto a referendum vincolante tra i lavoratori.

Questo insieme di elementari regole richiederebbe una Legge sulla rappresentanza sindacale davvero democratica: ed essa resta per noi obiettivo fondamentale. Ma, in tempi rapidi, almeno il diritto di assemblea nei luoghi di lavoro in orario di servizio va garantito a tutti/e.

A Torino mercoledì 2 aprile 2008 alle ore 17,00

sit in dei Cobas in via Palazzo di città 26/B

davanti alla sede del Partito Democratico.


lunedì 24 marzo 2008

sabato 8 marzo 2008

Il pasticcio dell'O.M. 92, adesso protestano anche le famiglie.

Il posticipo dell’apertura dell’anno scolastico non

risolve i problemi creati dall’OM 92.

Vogliono far credere ai docenti, alle famiglie, agli stessi allievi che posticipando di 5 giorni

l’apertura dell’anno scolastico non c’è più motivo di osteggiare l’O.M. 92: di fatto, almeno in

Piemonte, l’unica novità sarà quella di dare la possibilità alle scuole di organizzare gli “esami di riparazione” (si abbia, almeno, il coraggio di chiamarli con il loro vero nome) all’inizio di Settembre (posizione, peraltro, da verificare perchè in contrasto con il comma 1 dell’art. 8 dello stesso OM)

Queste le nostre valutazioni:

Normalmente la formazione delle classi viene fatta in luglio; ora sarà possibile solo al termine delle verifiche finali e delle integrazioni dello scrutinio finale con buona pace di un “ordinato avvio dell’anno scolastico”. Ci sarà, perciò, un ritardo nelle nomine dei supplenti (che, ricordiamo, rappresentano ancora il 30% della categoria) vanificando tutto lo “sforzo” fatto per il "recupero" degli alunni con la perdita di molte ore di lezione di matematica, italiano ecc..

meno che si dica chiaramente che l’organico verrà definito a Luglio a prescindere dai risultati degli scrutini di Settembre.

Bisognerà stabilire, inoltre, che le attività didattiche terminino alla fine degli scrutini di riparazione e, quindi, tutti i contratti a tempo determinato su posti disponibili di fatto, dovranno essere equiparati a quelli sui posti di diritto e convertiti in supplenze annuali.

C’è la volontà politica per farlo? Ci sono i finanziamenti necessari? Altrimenti ritardare solo di 5 giorni l’inizio dell’anno scolastico è un bluff, è il classico specchietto per le allodole.

Se si vuole davvero aiutare gli alunni a comprendere meglio le discipline insegnate, non ci

stancheremo mai di ripeterlo, si dovrà sensibilmente diminuire il numero di alunni per classe! Solo così sarà possibile la famigerata individualizzazione dell’azione educativa, impossibile in classi di trenta allievi ammassati in piccole aule.

I corsi di recupero dovrebbero essere permanenti in ogni scuola. L’OM, invece, impone recuperifarsa di pochissime ore che ridicolizzano la scuola e umiliano i docenti, i quali, in cambio di mancette salariali, dovrebbero divenire complici di una scuola-burletta che finge in poche ore di "recuperare" quello che lo studente non ha fatto in un anno o più.

Per anni ci è stato raccontato che non c’erano soldi per gli aumenti; come mai improvvisamente si trovano milioni e milioni di euro per costosissimi corsi di recupero? Non sarebbe forse più giusto finanziare un dignitoso aumento dello stipendio per tutti a patto che si abbia la volontà reale di investire sulla qualità e sulla dignità del nostro lavoro, anziché sprecare denaro pubblico in operazioni di maquillage? Non gettiamo altro fumo negli occhi dei cittadini!

Ancora una volta il mondo della scuola è stato del tutto escluso dai processi decisionali, che sono stati determinati più da tempi ed esigenze di tipo mediatico-politico che dai reali bisogni della scuola pubblica.

L’azione di lotta per il ritiro dell’OM 92 continua, il posticipo dell’inizio dell’anno scolastico non

risolve le incongruenze didattiche e organizzative poste dall’OM stessa.

MARTEDÌ 18 MARZO

SCIOPERO DELLA PRIMA ORA DI LEZIONE PER I DOCENTI

E DELLA PRIMA ORA DI SERVIZIO PER GLI ATA

DELLA SCUOLA MEDIA SUPERIORE

giovedì 6 marzo 2008

Presidio a Biella

A Biella sono vietate le Assemblee ai COBAS della scuola, forse perché si preferisce mettere a tacere una voce fuori dal coro e dunque non allineata. Abbiamo denunciato quì ciò che è accaduto nell’ITIS cittadino. Ieri dopo un presidio davanti alla prefettura, siamo stati ricevuti dal prefetto, dottoressa Narcisa Livia Brassesco, alla quale abbiamo denunciato la censura che i lavoratori sono costretti a subire.

mercoledì 5 marzo 2008

Assemblea Cobas a Biella, finalmente

Dopo i vari dinieghi, FINALMENTE un dirigente scolastico biellese ha concesso i locali per un’assemblea COBAS pomeridiana. L’appuntamento è per martedì 11 marzo alle ore 16:30 presso i locali della scuola primaria “Gromo Cridis” sita in via Marucca 2 – Biella; esattamente di fronte all’Itis “Q. Sella”.

Nell’Assemblea discuteremo e ci confronteremo con Voi su:

  • Le importanti novità introdotte dal nuovo contratto (firmato e già scaduto)

  • Finanziaria 2008 e i relativi tagli alla scuola

  • IMPORTANTE – Contrattazione di Istituto interna e tutte le novità ad essa connessa.

  • Recupero (illegittimo) dei 10 minuti

  • O.M. 92 (corsi di recupero e tentativo di decurtarci le ferie estive)

Siete invitati tutti a partecipare.

sabato 1 marzo 2008

Presidio COBAS a Biella per chiedere la libertà di parola!


BASTA CON LA CASTA

2° COBAS DAY PER I DIRITTI

Il degrado della politica partitica e gli schieramenti che simulano battaglie ma poi colludono

nella gestione del potere fanno identificare il ceto istituzionale con una casta arrogante e

indifferente ai bisogni dei cittadini/e. Ma c’è una altra casta che, a differenza di quella

politica, neanche si sottopone a votazioni nazionali per dimostrare almeno una

rappresentatività formale: ed è quella potentissima e intoccabile di Cgil, Cisl, Uil che

da decenni monopolizza i diritti sindacali.

Da anni ci battiamo perché questo intollerabile regime termini. Le nostre iniziative di lotta

e di protesta, che si svolgono periodicamente nei luoghi di lavoro e davanti alle sedi del

governo, dei principali partiti e di organi di informazione, mirano a restituire ai

lavoratori/trici quei diritti sindacali e democratici che sono stati annullati dalla oligarchia

dei sindacati concertativi. La rivendicazione fondamentale è la restituzione del diritto di

assemblea in orario di servizio per tutti i sindacati e gruppi di lavoratori/trici. In

generale, per una vera democrazia sindacale dovrebbero essere rispettati almeno i

seguenti criteri:

1) la rappresentanza nazionale di categoria va stabilità mediante elezioni su liste nazionali,

che consentano ad ognuno di votare per il sindacato che preferisce; 2) non raggiungere la

rappresentatività in un’elezione non deve impedire di riprovarci alla successiva,

conservando i diritti di assemblea e propaganda nei luoghi di lavoro; 3) nelle elezioni delle

RSU non ci devono essere quote garantite a nessuno, come invece avviene ora nel lavoro

privato (33% assegnato ai confederali a priori); 4) alle elezioni a qualsiasi livello devono

potere partecipare anche i precari in servizio; 5) i dipendenti nei luoghi di lavoro privato e i

pensionati devono potersi iscrivere, mediante trattenuta in busta-paga, a qualsiasi

sindacato; 6) ogni accordo, a carattere locale o nazionale, va sottoposto a referendum

vincolante tra i lavoratori.

Questo insieme di elementari regole richiederebbe una Legge sulla rappresentanza

sindacale davvero democratica: ed essa resta per noi obiettivo fondamentale.

Ma, in tempi rapidi, almeno il diritto di assemblea nei luoghi di lavoro in orario di

servizio va garantito a tutti/e.

PRESIDIO

Mercoledì 5 Marzo 2008 alle ore 15,30

Prefettura di Biella, via della Repubblica 26.