martedì 29 aprile 2008

Presentazione del libro "IN MOVIMENTO"


Mercoledì 7 Maggio 2008 - ore 21
Sala dell’antico Macello
Via Matteo Pescatore 7 – Torino

Insieme a Piero, discuteranno del libro, ma anche della situazione politica determinata dai risultati elettorali

  • Gianni Alasia –Partigiano, ex deputato PCI

  • Loris Campetti – Il Manifesto

  • Giorgio Cremaschi – Segretario nazionale FIOM
    Paolo Ferrero - Segreteria nazionale PRC

Coordinerà il dibattito Gabriella Filippi - Conf. Cobas Torino

mercoledì 23 aprile 2008

Parità di trattamento economico per i precari!!


PER LA PARITA’ DI TRATTAMENTO TRA PERSONALE A TEMPO DETERMINATO E INDETERMINATO NEL RISPETTO DELLA DIRETTIVA EUROPEA 1999/70/CE PER IL RICONOSCIMENTO DI TUTTO IL SERVIZIO PRE-RUOLO PER IL PERSONALE IMMESSO IN RUOLO

ASSEMBLEE COBAS IN TUTTA ITALIA

I Cobas – Comitati di Base della scuola - hanno sempre perseguito una forte battaglia contro la precarietà, fenomeno che ha ormai raggiunto nel comparto percentuali abnormi (il 20% dei docenti e il 50% del personale amministrativo, tecnico e ausiliario).

Nel ribadire la necessità delle immissioni in ruolo su tutti posti vacanti e disponibili, sia di organico di diritto che di fatto (visto che l’Amministrazione lascia artificiosamente posti disponibili in organico di fatto,senza stabilizzarli), i Cobas hanno promosso una campagna per la parità di trattamento economico e normativo tra personale a tempo determinato e indeterminato.

In particolare sugli scatti stipendiali, di cui i precari non usufruiscono anche dopo decenni di servizio e che, assieme allo stipendio estivo che i supplenti fino al termine dell’attività didattica non percepiscono,fanno sì che, mediamente, in un anno, un lavoratore a termine venga retribuito circa 8.000 € lordi in meno di un lavoratore in ruolo.

Questa disparità di trattamento – un vero e proprio sfruttamento – per svolgere una stessa identica prestazione lavorativa è la vera causa della precarietà: e cioè l’estrema convenienza per l’Amministrazione ad usare la precarietà, in spregio non solo ai diritti dei lavoratori, ma anche alla qualità del servizio scolastico.

I Cobas, nella loro piattaforma, rivendicano per i lavoratori a tempo determinato la stessa progressione di carriera dei lavoratori a tempo indeterminato, perlomeno dopo quattro anni di nomina per supplenza annuale o fino al termine dell’attività didattica, uniformandosi così al trattamento degli incaricati annuali per l’insegnamento della Religione Cattolica (materia facoltativa), che, appunto dopo quattro anni di nomina, possono godere della parità di trattamento con i docenti di ruolo delle altre discipline obbligatorie.

In una recente sentenza la Corte di Giustizia europea (Sez. II – Sent. 13/09/2007 in causa C-307/05) si è espressa a favore di una lavoratrice precaria spagnola della sanità. Non percepire infatti gli scatti di anzianità - per un lavoratore a tempo determinato – contrasta con la Direttiva del Consiglio della Comunità Europea del 28 giugno 1999, 1999/70/CE, recepita dal Governo italiano con il DECRETO LEGISLATIVO 6 settembre 2001, n. 368 (GU n. 235 del 09/10/2001).

I Cobas rivendicano anche, al momento della ricostruzione della carriera dopo l’immissione in ruolo, il riconoscimento di tutto il servizio pre – ruolo e non solo dei primi quattro anni e dei due terzi del rimanente come succede ora.

La campagna per la parità di trattamento potrà avere anche un aspetto giudiziario,

attraverso ricorsi pilota per il riconoscimento, anche per il personale a tempo determinato, della progressione di carriera prevista per il personale a tempo indeterminato e per il riconoscimento di tutto il servizio pre-ruolo per il personale immesso in ruolo.

Tutto il personale della scuola, docente ed ATA, con contratto a

tempo determinato e di ruolo, è invitato a contattare le singole sedi COBAS per aderire alla campagna per il riconoscimento della parità di trattamento economico e normativo .

COBAS - Comitati di Base della Scuola

Sede nazionale: Viale Manzoni , 55 00185 - Roma

Tel. 06- 70.452.452 - Fax 06-77.20.60.60

Web : www.cobas-scuola.org - E-mail : mail@cobas-scuola.org

domenica 20 aprile 2008

BASTA CON LA SCUOLA–QUIZ ! RITIRO IMMEDIATO DELLA PROVA NAZIONALE INVALSI


Nelle scuole medie come una mazzata è arrivata a marzo la circolare n.32 del 14 marzo: ora ragazzini e ragazzine all’esame di III media dovranno, oltre i compiti di italiano, matematica, inglese, eventuale 2° lingua comunitaria, risolvere anche i quiz dell’INVALSI ! Cresce l’ansia in tredicenni-quattordicenni alle prese con la novità di una prova nazionale con test a risposte chiuse ed aperte di italiano e matematica, da fare in 2 ore il 17 giugno.

Con l’ambiguità tipica dello stile burocratese, la circolare recita: "inderogabilità di tutte le prove", ma anche: “la prova…troverà attuazione secondo criteri di gradualità e flessibilità.” “I criteri di incidenza e di peso della prova nazionale sulla valutazione complessiva…sono rimessi alla autonoma determinazione della Commissione esaminatrice” e ancora " tenendo conto del breve tempo intercorso tra l’emanazione della legge e la prima attuazione, la prova mantiene un carattere esplorativo".

Fioroni, andandosene, fa questo ultimo regalo alla scuola italiana: per lui scuola del governo, non certo scuola della repubblica secondo il dettato costituzionale.

Viene vanificato il principio costituzionale della libertà d'insegnamento. Infatti ogni docente riceverà il 17 giugno il questionario predisposto, in busta chiusa con tanto di griglia di correzione. Il ministro Fioroni vuole insegnanti eterodiretti, vuole una scuola governativa, la Costituzione è carta straccia per lui.

Ma l'esame di terza media non è un esame intermedio con l'obbligo a 16 anni? Invece assurge a più della maturità, considerato che all'esame di stato al termine del liceo il test viene fatto dalla commissione esaminatrice; ma forse l’ineffabile Fioroni pensa che i docenti della scuola media non siano all’altezza dei loro colleghi, meglio appaltare onere ed onore all’INVALSI, altrimenti perché lo paga?

E la tanto decantata autonomia scolastica? Ogni dirigente scolastico sarà addestrato con una conferenza di servizio, usato come vigilante nel ruolo di chi tiene chiusa a chiave la preziosa busta con i quiz della prova nazionale.

L’imposizione della prova nazionale svalorizza il fare scuola, tanto più arrivando a marzo quando né la programmazione, né il lavoro fatto ne hanno potuto tener conto.

Strumento estraneo, avulso dalla cultura delle prassi didattiche più diffuse, che in particolare per la scuola del primo ciclo si fondano sulla relazione, è ormai ampiamente dimostrato quanto danno fa uno strumento che rischia di banalizzare il sapere, riducendolo a una sommatoria di nozioni decontestualizzate, pretendendo di ridurre la pluralità delle metodologie ad un unico modello.

Secondo Salvatore Settis, Direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa:” Test del genere non servono a nulla. Il talento si intuisce solo attraverso lo specifico e non per mezzo di quesiti attitudinali generali.” Anche per Piergiorgio Odifreddi, ordinario di Logica Matematica all’Università di Torino, ”i test non misurano l’intelligenza ma il nozionismo”

Non solo l’INVALSI è screditato, ma c'è un contenzioso aperto. Agli insegnanti che si sono rifiutati di somministrare le prove o che hanno impugnato l’ordine di servizio ancora non sono arrivate tutte le risposte. Quelle arrivate hanno dato ragione ai docenti e le sanzioni sono state annullate.

Hanno provato senza successo a far svolgere le prove INVALSI per introdurre anche in Italia un presunto criterio "oggettivo" per misurare la preparazione degli studenti, con l’obiettivo di stilare una graduatoria tra scuole e tra docenti.

Il Ministro ci riprova e impone ora, a fine anno scolastico e a fine del suo mandato, questa prova nazionale, prevista dalla riforma Moratti, appaltandone all’ Invalsi la strutturazione: in pratica con un clamoroso trucco introduce prove Invalsi mascherate. Con la scusa di “allineare il nostro sistema di istruzione agli standard internazionali”, in realtà punta essenzialmente a differenziare le scuole, in base agli esiti raggiunti dagli alunni, elargendo solo a pochi istituti ingenti risorse che verrebbero sottratte alle scuole di frontiera che operano in situazioni di disagio sociale ed economico dove difficilmente i risultati potranno essere brillanti.

Anche in Italia si introdurrebbe quel meccanismo europeo (e internazionale) finalizzato a far credere ad ogni paese di essere agli ultimi posti delle graduatorie, permettendo poi alle autorità di mazzolare adeguatamente i docenti (e le scuole) riottosi al pedagoghese e alla scuoladeiciarlatani. Si buttano per aria i programmi scolastici, spappolati sulla meschina traccia delle prove-quiz; si squalifica oltre ogni dire la didattica, ridotta alla scuola-quiz dei Peanuts di Charlie Brown. Ogni scuola e ogni gruppo docente vengono umiliati da alcuni numeretti relativi alle rispostine-quiz. Perlomeno nel concorsaccio ci si poteva esimere, non partecipando allo stesso!

Difendiamo la nostra professionalità docente, difendiamo le nostre scelte didattiche e i criteri di valutazione, difendiamo gli esiti raggiunti dagli alunni frutto della realizzazione dei percorsi didattici costruiti sui loro bisogni formativi.

MOBILITIAMO le RSU, MOBILITIAMO i docenti, INFORMIAMO i genitori degli alunni, ORGANIZZIAMO ASSEMBLEE DI ZONA per chiedere il ritiro della prova nazionale Invalsi.

MOZIONE SULLA PROVA NAZIONALE INVALSI

Il Collegio docenti della Scuola media statale ……………………………… ………… esprime la propria contrarietà alla novità della prova nazionale nell’esame di terza media, introdotta dalla Direttiva n. 16 del 25/01/2008 e specificata dalla C.M. 32 del 14/03/2008, per i seguenti motivi:

1. La circolare giunge nei mesi conclusivi dell’anno scolastico introducendo una modalità di valutazione avulsa dalla programmazione didattica attuata

2. Chiede ai docenti di svolgere un ruolo meramente esecutivo senza possibilità alcuna di intervenire né sul contenuto, né sul merito, né sulla valutazione della prova

3. Impone unilateralmente la scelta discutibile di usare i test oggettivi standardizzati come criterio di valutazione della qualità del sistema scolastico

4. Può produrre effetti dequalificanti nella misura in cui solleciterà, come è prevedibile, un adeguamento dei contenuti e delle metodologie all’obbiettivo del superamento dei test oggettivi

5. Rimane elusiva e poco trasparente sull’utilizzo dei dati raccolti.

sabato 12 aprile 2008

Comunicato Stampa dopo l'abbandono della trattativa all'Itis Q. Sella di Biella

A tutti gli organi di Stampa

Al dirigente scolastico Provinciale

COMUNICATO STAMPA

LE RSU COBAS ABBANDONANO LA SEDUTA DELLA TRATTATIVA ALL' ITIS “Q. SELLA” DI BIELLA

Lo avevamo denunciato in un precedente volantino: “…. le RSU e le OO.SS “rappresentative” non possono permettersi che ci siano voci fuori dal coro contro l'ennesimo vergognoso contratto integrativo d'Istituto ….”

In questi ultimi giorni abbiamo apprezzato l'impegno a risolvere questa situazione del Dirigente Scolastico Provinciale (a cui va il nostro sincero ringraziamento).

La nostra disponibilità a essere propositivi si è, però, scontrata oggi con la rigida imposizione dei privilegi della “casta” di Cgil Cisl e Uil. Questi signori (???), penalizzati dall'urna, si oppongono sia alla convocazione di un'assemblea in orario di servizio (ma anche a quella fuori orario di servizio - primo caso in Italia), sia a consentire, la consulenza esterna alle 2 RSU Cobas nonostante loro siano in 7 nella delegazione trattante!

Il segretario provinciale della CGIL, infatti, si è dimesso da RSU per fare posto al primo dei non eletti tanto Lui partecipa alla trattativa come responsabile provinciale: così battuti e umiliati alle elezioni RSU si ritrovano, grazie ad un regolamento da paese dittatoriale, sempre in maggioranza: se è questa la vostra democrazia, bene, tenetevela.

Noi non ci arrendiamo, anzi, da domani denunceremo con più forza questo ignobile trattamento e il contratto integrativo farsa che firmerete (senza avere ascoltato i lavoratori dell'Istituto).

Faremo di tutto affinché si rompano le pressioni interne che negano diritti basilari che attengono alla gestione dell'Istituto: la dignità del lavoro è un bene supremo.

Cobas Scuola Piemonte

giovedì 10 aprile 2008

I COBAS ABBANDONANO LA SEDUTA DELLA TRATTATIVA ALL’ ITIS “Q. SELLA” DI BIELLA

La nostra disponibilità a essere propositivi si è scontrata con la rigida imposizione dei privilegi della “casta” di Cgil Cisl e Uil. Penalizzati nell’urna, si oppongono sia alla convocazione di un’assemblea in orario di servizio, sia a consentire, la consulenza esterna alle 2 RSU Cobas nonostante loro siano in 7 nella delegazione trattante!

Tanto ardore andrebbe investito per battaglie migliori?!

Ma la questione di fondo è:

  • l’organizzazione delle prestazioni lavorative (orario, intensificazione, attività aggiuntive, straordinario, rientro in agosto, 35 ore;
  • la trasparenza nella distribuzione delle ingenti risorse dell’Istituto e la sua condivisione
  • la flessibilità didattica e organizzativa

nelle loro ricadute sindacali sono materia su cui è legittimo e necessario far discutere liberamente il personale della nostra scuola?

Noi facciamo la nostra parte nel denunciare la mancanza di democrazia e continueremo ma la delega nell’urna che ci avete consegnato è solo metà della vostra parte. Serve che il silenzio, rassegnato o timoroso, si rompa!

Si rompano le pressioni interne che negano diritti basilari che attengono alla gestione dell’Istituto: la dignità del lavoro è un bene supremo.

Ma si rompano anche le imposizioni esterne della “casta” che negano la critica sui miseri aumenti contrattuali e la perdita degli arretrati, che impongono il referendum farsa sul taglio delle pensioni e si apprestano a confezionarci la pensione integrativa.