Straordinaria la giornata di sciopero del 17 ottobre scorso organizzato da Cobas, Cub, SdL, massicciamente partecipato nella scuola, con punte massime nelle principali città, dove si è si è arrivati al 60-70% di adesione, e con la metà delle scuole chiuse, ma anche con significativi risultati nella Pubblica Amministrazione, nella Sanità e nella Università, in settori del lavoro privato, soprattutto nei trasporti.
Enorme la manifestazione di Roma: il corteo ha sfilato per più di 4 ore dimostrando la presenza di svariate centinaia di migliaia di persone.
Il “popolo della Scuola Pubblica “, studenti di tutte le età, docenti, Ata, genitori, si è imposto con la sua partecipazione massiccia, si è fuso con la marea di lavoratori del lavoro privato e pubblico.
Consistente la partecipazione al corteo di decine di migliaia di studenti medi e universitari. Quest'ulitimi, in particolare hanno dato (e continuano a dare) vita ad un grande e partecipato movimento diffuso in tutte le università italiane, che occupa le facoltà, blocca la didattica, manifesta per le vie delle città: oggi pomeriggio uno straordianrio sit-in di 20-30.000 persone (in prevalenza studenti universitari), davanti al senato dove è in discussione il decreto gelmini, ha fatto sentire il fiato sul collo ai rappresentanti del popolo.
Insomma, la protesta e la mobilitazione contro la distruzione dell'istruzione targata Berlusconi-Tremonti- Gelmini (ma con la sostanziale complicità del centrosinistra, come ci ha confermato stasera ad Anno Zero Veltroni difendendo i peggiori arnesi del centrosinistra: autonomia, riforma dei cicli di Berlinguer, premialità, ecc.) partita dalle scuole e sostenuta da lavoratori della scuola, da genitori, da studenti medi, da tanti cittadini, è dilagata nelle università assumendo dimensioni gigantesche e coinvolgendo ulteriori strati: dottorandi, ricercatori, docenti di ruolo. Appaiono molto precise le posizioni del movimento sia della scuola che dell'università:
- non vogliamo pagare la crisi delle banche e degli speculatori finanziari
- no alla trattativa col governo Berlusconi per limitare il danno dei tagli
- il governo deve ritirare i decreti Brunetta e Gelmini.
Se il governo vuole risparmiare, tagli le esorbitanti spese militari e quelle elefantiache per mantenere un sistema politico corrotto e che non rappresenta i cittadini italiani.
Il progetto berlusconiano di ridurre a puri simulacri la scuola e l'università statale per fare arricchire i gestori di quelle private non passerà.
Per approfondire e tenersi aggiornati sulle mobilitazioni: