Eravamo fiduciosi che lo sciopero generale e generalizzato di oggi e i cortei in 32 città avrebbero dato buoni risultati: ma la realtà è andata oltre le nostre più rosee previsioni.
Gli scioperanti nei principali comparti del lavoro pubblico e privato hanno abbondantemente superato i due milioni: ma tantissimi precari, che operano in situazioni ove è difficile quantificare con precisione, si sono aggiunti allo sciopero.
In piazza più di quattrocentomila lavoratori/trici, precari e studenti hanno affollato i cortei, con presenze particolarmente rilevanti a Roma e Milano dove si sono superate le 50 mila persone.
I trasporti urbani nelle principali città sono rimasti bloccati con punte del 70% e medie intorno al 50%.
Bloccato l'aereoporto di Roma e gravi difficoltà per il traffico di altri aereoporti nonchè a quello ferroviaro.
Nelle più importanti città il 50% delle scuole non ha funzionato o ha visto presenze minime al lavoro.
Buoni i risultati negli ospedali, nel pubblico impiego in generale e in tante e importanti fabbriche (quelle del gruppo Fiat in primo luogo).
Ma tante presenze studentesche, di migranti e movimenti per la casa nei cortei e la massiccia partecipazione dei precari dei Centri sociali dimostrano che questo sciopero ha unito giovani e meno giovani, lavoratori relativamente stabili e precari, stanziali e migranti in una corale protesta contro le politiche economiche, sociali e securitarie del governo Prodi.
I Cobas e gli altri sindacati di base come Cub e SdL sono stati il fulcro della protesta per cancellare il Protocollo del 23 luglio che massacra il sistema pensionistico e rende permanente la precarietà del lavoro; per abrogare la legge 30 e il pacchetto Treu; contro
nei luoghi di lavoro.
Il monito ad un governo che pratica il berlusconismo senza Berlusconi è fortissimo.
Ma la lotta non si ferma qui: da domani, unitariamente, concorderemo altre iniziative di protesta che esercitino la massima pressione nei confronti di un Parlamento sordo alle esigenze dei salariati e dei settori popolari e ad un governo che dà soldi solo al padronato e per le spese militari mentre impoverisce sempre più salari e servizi sociali.
Piero Bernocchi
Confederazione Cobas
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